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L'Opinione del 16 Dicembre 2022 - Ore 18: Buon Viaggio Mister
Sinisa Mihajlovic non potrà vedere la finale di domenica fra Argentina e Francia. Non sarà davanti alla TV a tifare per una o l‘altra squadra non potrà commentare su Messi super star o Mbappé mondiale. E’ morto stasera, il cancro che da anni cercava di combattere l’ha portato via. Non è riuscito a dribblare un avversario cosi ostico, cosi crudele. Aveva 53 anni. Aveva allenato le squadre più forti del nostro campionato e giocato in altrettante formazioni di vertice (Roma, Lazio, Inter). Era duro in campo e fuori. Da giocator si era reso protagonista di episodi spiacevoli che tifosi e opinione pubblica non gli anno mai perdonato. E che la morte non cancellerà. Ma la malattia lo ha reso diverso, l’ha fatto crescere, lo ha reso una persona migliore. Più misurata.
E’ emerso il volto dell’uomo, del padre, dell’allenatore che sta vicino alla sua squadra, il Bologna, che non ha mai abbandonato neppure nei momenti, più difficile della malattia: il trapianto, la riabilitazione, le cure. Il ritorno in panchina la prima volta dopo il tumore era stato accolto con un’ovazione. Tutti in piedi, standing ovation per il guerriero che combatte e non si arrende. La lettera della figlia che lo invitata a continuare la sua battaglia e lo ringraziava per essere sempre stato un padre presente oggi è ancora più struggente.
Uno dei suoi allenatori più bravi Boskov diceva “partita finisce quando arbitro fischia”. La partita della vita per Sinisa è finita oggi.
Buon viaggio Mister