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Sanremo Stories Pt. 04: Le icone LGBT e friendly dei Festival di Sanremo

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Dalla sensibilizzazione alle Unioni Civili alle icone LGBT del festival di Sanremo: dal passato ai giorni nostri Un programma dedicato alla storia di Sanremo, "Sanremo Stories". Ogni giorno dall'1 al 7 febbraio un sipario dedicato alle curiosità e alle storie del festival della canzone italiana.
Conducono: Enzo Asuni, Luigi Mamelie Luca Carcassi.
Ospiti: Lorenzo Paolucci, designer e content creator.
Sanremo è musica ma anche una grande vetrina che spesso viene utilizzata per portare sul palco determinate idee e ideali e sensibilizzare il prossimo per quanto riguarda gli argomenti più disparati.
Se pensiamo al mondoLGBT e al linguaggio della musica dobbiamo evidenziare un’assoluta evoluzione nel linguaggio del festival e della canzone. Se qualche anno fa Povia, nel 2009, si piazzava secondo con “Luca Era Gay” oraAriete e Madame declinano il loro amore al femminile.
Il Festival è sicuramente una bella vetrina e non sono mancati i movimenti passati a favore della comunità LGBT (Life Gets Better Together). Un anno da evidenziare era il 2016 quando vinsero gli Stadio e Francesca Michelin arrivò seconda. Quell’anno era l’anno delle Unioni Civili e in Italia dovevano approvare la legge in questione.
I nastri rainbow hanno colorato l’Ariston e in sostegno delle Unioni Civili, aprendo la strada agli altri, ci furono Arisa e Noemi con un bel nastro color arcobaleno sui microfoni o sulla mano. Seguirono Ruggeri,Fornacciari e Blue Vertigo. Per mettere d’accordo tutti bastarono un post su facebook e 11 euro. Un bel gesto per far capire al mondo la loro vicinanza con la comunità.
E’ partito tutto da un post di Antonio Andrea Pinna, sardo, vincitore di Pechino Express per dimostrare che l’amore ha gli stessi diritti di tutti. Lorenzo Fragola aspetterà la finale per mostrare il nastro. Nella seconda puntata anche la Michielin e Patty Pravo si mostrarono visibilmente a favore del movimento utilizzando dei braccialetti. Annalisa ha scelto un disegno sulla mano. Ricordiamo anche Beppe Vessicchio e il suo Papillon.
Rocco Huntsi affida invece alle parole del suo brano per dare una sveglia: “a un Paese che su questo tema è ancora medievale”.
Sono diversi i protagonisti LGBT o friendly che hanno calcato il palco dell’Ariston: Partiamo da DrusillaFoer che l’anno scorso, nel 2022, ha manifestato classe e professionalità con un grande senso dell’umorismo senza cadere mai nella volgarità.
La classe con cui ha risposto allaZanicchi quando quest’ultima ha detto: “Ha tante cose in più di me” è diventata virale. La Foer ha risposto con: “Sono colta”. Drusilla è l’alterego di Gianluca Gori, 54enne, versatile attore fiorentino. Lei stessa ha affermato che la parola diversità non le piace e ha trovato nel termine unicità quella parola che non ha un’accezione comparativa.
Tra i protagonisti dello stesso festival abbiamo anche Michele Bravi che nel complimentarsi con la Foer manifesta il suo amore per lei e la sua preparazione con: “Sono felice che sei qui perché sei la prova vivente che la meritocrazia esiste” e l’ha ampiamente dimostrato.
Tra le varie figure ricordiamo anche quella di Anna Oxa che quando calcò per la prima volta il palco del festival, con il suo stile punk sembrava un ragazzo. Un altro esempio di fluidità lo riscontriamo nel 2020 con Achille Lauro quando sulle note di “Me ne Frego” si presentò sul palco vestito da sposa. Il suo produttore discografico, Boss Doms, era vestito da sposo, anche lui in bianco. Stupirono il pubblico con un bacio.
Ma tra le figure friendly abbiamo anche la Carrà, Loretta Goggi, Cristina d'Avena, Elodie, il neo-vincitore Mahmood.

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